Domenica 20 settembre alle ore 16.00, visita guidata al complesso dei Casali.
Casali di Stibiveri: una perla del nostro entroterra.
LA STORIA
Il
complesso dei Casali – Casagli, luogo dalle tante case - testimonia
l’importanza di un antico presidio, divenuto nel tempo posta
vecchia per il cambio dei cavalli, dogana e, nel XVIII sec., sede
distaccata del Tribunale di Chiavari.
Fu
costruito lungo una “via del sale” di comunicazione tra Chiavari
e i territori d’oltre Appennino di Parma e Piacenza.
Le
strade commerciali erano vie di scambio culturale, di controllo
amministrativo e, in alcuni periodi, strade militari.
Del
primo presidio si ha notizia testuale in un documento del XII sec.
(archivio di Bobbio della famiglia Della Cella) ed è riferibile alla
presenza in valle dei monaci di Borzone, dipendenti dall’abbazia di
San Colombano di Bobbio.
Nel
XVI sec. la famiglia Della Cella, una famiglia di condottieri, acquista il nucleo dai Cagnoni,
ricchi commercianti di Rapallo.
L'ARCHITETTURA
La
definizione architettonica che vediamo, sul fronte principale del
complesso, risale al XVII secolo. Il nucleo è composto da una
pluralità di corpi di fabbrica tra loro aggregati in fasi successive
a partire dagli spazi centrali, oggetto di successivi rifacimenti,
sopraelevazioni, ampliamenti, nuove costruzioni accostate, volumi
accessori rurali e non solo.
L’imponente
fronte sud è composto da due corpi di fabbrica, sul lato ovest il
palazzo d’impronta cinquecentesca e sul lato est il palazzo
fortezza, caratterizzato dalle pareti rastremate, dalla presenza di
una loggia d’ingresso e, all’interno, dai solai impreziositi con
travi bisellate, dalle finestre con i sedili, dagli spazi
seminterrati delle celle e dallo spazio in sottotetto del focolare,
attiguo al terrazzo aperto verso valle e da cui si scorge il mare.
La
porzione più antica è quella centrale di cui rimangono alcuni
portali, mentre a nord si sviluppa il corpo edilizio più recente.
L’impatto
visivo è notevole. Il nucleo si articola anche attraverso le
variazioni in altezza, integrate a tre livelli di terrazzamenti,
evidenziato per contrappunto dalla presenza dei piccoli manufatti
(deposito ma anche ex “ospitale”, essiccatoio) e da quel che
resta della cappella gentilizia.
Non
solo, la collocazione al centro dell’alta valle e sul limitare del
poggio ne enfatizza la dimensione, mentre il colore della pietra dai
riflessi verdastri gioca con la luce argentea dei pioppi che
costeggiano il beodo.
Nel
dettaglio scorgiamo la presenza di elementi particolari come i ferri
a cicogna che, come i conci angolari e i sovraporta di pietra,
costituiscono componenti dal valore principalmente simbolico, di
protezione della casa.
Gli
usi agricoli e residenziali erano complementari e secondari, di
supporto allo svolgimento delle azioni principali di questo complesso
che in passato ha accolto e ospitato tantissima gente.
IL FUTURO
Last
but not least è il progetto di recupero con funzioni abitative del
nucleo, caratterizzato dall’integrazione tra tradizione e
innovazione, all’insegna della bioarchitettura e dell’impiego
delle energie rinnovabili, dell’integrazione con il paesaggio,
redatto da Waves srl, spin off del centro interuniversitario Abita
(Firenze).
Per informazioni e prenotazioni alla visita guidata:
mail: olosentieri@anidra.it
tel: 0185 1835737
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