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sabato 5 settembre 2015

I Casali di Stibiveri: scopriamoli insieme nella Giornata del FAI, il 20 Settembre.

Domenica 20 settembre alle ore 16.00, visita guidata al complesso dei Casali.

Casali di Stibiveri: una perla del nostro entroterra.


LA STORIA
Il complesso dei Casali – Casagli, luogo dalle tante case - testimonia l’importanza di un antico presidio, divenuto nel tempo posta vecchia per il cambio dei cavalli, dogana e, nel XVIII sec., sede distaccata del Tribunale di Chiavari.
Fu costruito lungo una “via del sale” di comunicazione tra Chiavari e i territori d’oltre Appennino di Parma e Piacenza.

Le strade commerciali erano vie di scambio culturale, di controllo amministrativo e, in alcuni periodi, strade militari.

Del primo presidio si ha notizia testuale in un documento del XII sec. (archivio di Bobbio della famiglia Della Cella) ed è riferibile alla presenza in valle dei monaci di Borzone, dipendenti dall’abbazia di San Colombano di Bobbio.
Nel XVI sec. la famiglia Della Cella, una famiglia di condottieri, acquista il nucleo dai Cagnoni, ricchi commercianti di Rapallo.

L'ARCHITETTURA

La definizione architettonica che vediamo, sul fronte principale del complesso, risale al XVII secolo. Il nucleo è composto da una pluralità di corpi di fabbrica tra loro aggregati in fasi successive a partire dagli spazi centrali, oggetto di successivi rifacimenti, sopraelevazioni, ampliamenti, nuove costruzioni accostate, volumi accessori rurali e non solo.
L’imponente fronte sud è composto da due corpi di fabbrica, sul lato ovest il palazzo d’impronta cinquecentesca e sul lato est il palazzo fortezza, caratterizzato dalle pareti rastremate, dalla presenza di una loggia d’ingresso e, all’interno, dai solai impreziositi con travi bisellate, dalle finestre con i sedili, dagli spazi seminterrati delle celle e dallo spazio in sottotetto del focolare, attiguo al terrazzo aperto verso valle e da cui si scorge il mare.
La porzione più antica è quella centrale di cui rimangono alcuni portali, mentre a nord si sviluppa il corpo edilizio più recente.
L’impatto visivo è notevole. Il nucleo si articola anche attraverso le variazioni in altezza, integrate a tre livelli di terrazzamenti, evidenziato per contrappunto dalla presenza dei piccoli manufatti (deposito ma anche ex “ospitale”, essiccatoio) e da quel che resta della cappella gentilizia.
Non solo, la collocazione al centro dell’alta valle e sul limitare del poggio ne enfatizza la dimensione, mentre il colore della pietra dai riflessi verdastri gioca con la luce argentea dei pioppi che costeggiano il beodo.
Nel dettaglio scorgiamo la presenza di elementi particolari come i ferri a cicogna che, come i conci angolari e i sovraporta di pietra, costituiscono componenti dal valore principalmente simbolico, di protezione della casa.
Gli usi agricoli e residenziali erano complementari e secondari, di supporto allo svolgimento delle azioni principali di questo complesso che in passato ha accolto e ospitato tantissima gente.

IL FUTURO

Last but not least è il progetto di recupero con funzioni abitative del nucleo, caratterizzato dall’integrazione tra tradizione e innovazione, all’insegna della bioarchitettura e dell’impiego delle energie rinnovabili, dell’integrazione con il paesaggio, redatto da Waves srl, spin off del centro interuniversitario Abita (Firenze).

Per informazioni e prenotazioni alla visita guidata:

tel:  0185 1835737


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